Loulou de la Falaise, la “musa multitasker” di Yves Saint Laurent

Per tre decenni Loulou de la Falaise fu la musa dello stilista francese Yves Saint Laurent, fra i più famosi e conosciuti creatori di moda del XX secolo. Loulou permise al celebre designer di guardare la bellezza attraverso “delle lenti di colore rosa”. Ma dietro quest’affascinante donna, divenuta leggenda, c’è qualcosa di più. Un quid rivelato nel nuovo libro Loulou & Yves di Christopher Petkanas.

Petkanas rivela i segreti dello stile leggendario di Loulou



Petkanas sposta il focus sulle ragioni che hanno spinto Saint Laurent a sceglierla comemusa. Lo stilista è stato attratto dal suo carisma. Yves che, al pari di Chanel, ha saputo creare una cifra unica. Un simbolo di eleganza raffinata, moderna e innovativa.

Più che un’apparizione: era una donna “spaventosamente intelligente”

Il binomio che meglio rappresenta la figura di Loulou è formato da dolcezza e luce. Nata nel Regno Unito dallo scrittore francese Alain de la Falaise e dalla socialite Maxime Birley, a soli 15 anni era già  diventata amica di Andy Warhol . La sua vita era tormentata da alcuni problemi: droghe e alcol. Ed è stata la sua collaborazione con il celebre stilista francese ad averla consegnata all’immortalità. La sua importanza – si ricorda –  è stata riassunta da Paris Match in un pezzo titolato: “La seconda morte di Yves Saint Laurent “.
A ricordare la figura di questa incredibile e affascinante icona della moda è Lauren Cochrane sul Guardian, e il pretesto è proprio il nuovo libro di Petkanas. Spesso definita come  “musa della moda”, anche se il concetto di  musa di Loulou era davvero sui generis: «Per me – avrebbe dichiarato de la Falaise –  una musa viene a prendersi dei biscotti e a parlarti. E appare così spaventosamente intelligente».  E riferendosi a Yves avrebbe spiegato:  «Non l’ho visto come qualcuno che ha lavorato duro come me».

La musa di Saint Laurent? Una multitasker di prim’ordine 

De la Falaise è stata dalla parte di Yves Saint Laurent per 30 anni. Cominciarono a lavorare insieme nel 1972.  «Rimaneva molto vago sul mio lavoro», ha spiegato lei. «Non specificava mai cosa avrei dovuto fare di preciso»Ma le responsabilità quotidiane di Loulou hanno dimostrato che lei era una multitasker di prim’ordine. Questi compiti, come ha rilevato il Guardian, erano diversi: dal decidere i colori di una collezione (“Yves ha un senso fenomenale del colore, ma ha bisogno che io lo “strappi” dal suo sistema”), alla scelta dei modelli  (ha incoraggiato la casa e scelto Kate Moss), al disegno dei gioielli…

Yves Saint Laurent: “È fascino, poesia, eccesso, stravaganza ed eleganza tutto in un colpo”

De la Falaise stava lì per testare le idee. Nelle parole dello stilista la sua musa era “fascino, poesia, eccesso, stravaganza ed eleganza tutto in un colpo”. «Lo stile di De la Falaise –come ha giustamente sottolineato Lauren Cochrane –è ora materiale leggendario.  Il foulard e il turbante diventarono il suo marchio di fabbrica. Nel giorno del suo matrimonio, nel 1977, sposò Thadée Klossowski in un turbante bianco con nappe color corallo, mentre la sua attitudine al vestire poteva essere riassunta come: “Perché indossare una gonna / maglione / collana se si ne puoi indossare quattro? Come in tutte le icone di stile – da Jane Birkin a Kate Moss e Rihanna – un tocco “frustrante” e  indefinibile era il centro di tutto».
 Valeria Gennaro

About Valeria Gennaro

Giornalista, redattore di moda e beauty, cinema editor. Cultrice della materia in storia del cinema con la passione per la moda, i bijoux e la social communication. Laureata magistrale in Teoria e filosofia della comunicazione e laureanda in Scienze filosofiche.

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