“Immaginazione cattolica” al Met, l’influenza della mise liturgica nel Fashion
I significati simbolici del colore rosso sono iscritti nelle tradizioni religiose, e non è un caso che il rosso, il colore reale, la nuance del lusso nel mondo del Fashion, adorato da quasi tutti gli stilisti, arrivi direttamente dal mondo sacro.
L’abito da sposa, ad esempio, nasce rosso pressoché in tutte le culture, sia occidentali sia orientali, con significati di potere, di buona fortuna, di passione e di ricchezza. Sin dai tempi lontanissimi infatti il mondo ecclesiastico, anche in virtù del suo potere e autorità, ha “dettato” stili e tradizioni, e non solo nella sfera politica, nell’economia e nell’ambito sociale, ma anche nel mondo del moda.
A trovare i punti di intersezione tra questi due mondi, arte sacra e fashion, e a mescolare, di conseguenza, sacro e profano, sarà la mostra organizzata da Andrew Bolton “Heavenly Bodies: Immaginazione Cattolica”, in collaborazione con i responsabili delle sezioni medievali e bizantina del Met, che sarà allestita dal 10 maggio all’8 ottobre del 2018 nel quartier generale del museo, sulla Quinta Strada di New York, e negli ambienti “monastici” dei Cloisters. L’esposizione riuscirà sicuramente a convogliare la giusta attenzione degli esponenti dei due settori comunicanti. La mission è di descrivere un ponte fra i capolavori dell’arte sacra/cristiana (prima che cattolica) e gli abiti e gli accessori delle case di moda e dimostrare quindi il funzionamento dei binomi «fede-fashion, “material-Christianity” e “Catholic-immagination». L’intento di Bolton è quello di sottolineare la duratura influenza dell’abbigliamento liturgico su stilisti con diversi credo: «dal Dolce & Gabbana di Monreale ai paramenti papali della Cappella Sistina, passando per un Jean Paul Gaultier col calice della Messa ricamato sul seno, un saio “francescano” da sera di Madame Gres e il Gianni Versace del 1997-98 ispirato da una croce processionale bizantina». La mise degli esponenti della Chiesa cattolica da sempre pullula di oggetti e “gadget” preziosissimi, in oro, pietre preziose, e realizzate in tessuti favolosi.
La mostra si svilupperà su tre livelli: al centro, alcuni tesori della Cappella Sistina mai visti fuori dal Vaticano. Altri oggetti artistici vengono dal dipartimento medioevale del Metropolitan Museum. Questi tesori dialogheranno con le forme di Cristobal Balenciaga,con i tessuti di Donatella Versace, con la modernità di Coco Chanel che imparò a cucire dalle suore, fino ad arrivare ai barocchismi “mai così papali” di John Galliano e la sua collezione A/I 2000. ll cattolico curatore del Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute Andrew Bolton è riuscito ad ottenere dal Vaticano un gruppo di paramenti e accessori papali che saranno la “pietra d’angolo” dell’esposizione, che dischiuderanno la strada a una serie di corrispondenze, di prestiti e a un gioco di rimandi che si sposta su diversi livelli temporali (passato e presente), perché, in fondo, il passato è ancora presente: torna, con solo qualche “laccatura”, senza mai cancellarsi.
Commenti
Posta un commento